Gerlando, vescovo di Agrigento e il Gran Conte di Sicilia Ruggero d’Altavilla edificano la Cattedrale nel punto più alto della collina di Agrigento, in sei anni, dal 1093 al 1099.
Quasi nulla si è conservato della Cattedrale normanna e degli apparati decorativi, che probabilmente, in linea con le altre imprese edilizie di età comitale, possedevano uno sviluppo ridotto.
Della Cattedrale normanna e degli apparati decorativi rimangono poche testimonianze. Il primo nucleo era verosimilmente costituito da una pianta a tre navate, non molto sviluppata in lunghezza, con tre altari dedicati a Santa Maria Assunta, all’apostolo Giacomo e al SS. Sacramento, due torri nel transetto, un campanile. Si era scelto dunque anche per Agrigento un modello di chiesa fortificata in una terra di crociati.
Oggi l’unica porzione lasciata liberamente in vista è la torre orientata a sud, comunemente conosciuta come “torre dell’orologio”, che conserva, anche se in non molti punti manomesso, il paramento murario in blocchi ben squadrati di medio formato, lungo la faccia meridionale.
Delle due torri del transetto, oggi rimane solo quella orientata a sud, comunemente conosciuta come “torre dell’orologio” con il suo camminamento di controllo militare. Delle testimonianze scultoree ricordiamo un piccolo elefantino in pietra, uno dei due elefantini che reggevano la prima Cattedra vescovile, oggi custodito nel Museo Diocesano, così come la formella in marmo raffigurante l’Agnello mistico, di manifattura gerosolitano, un tempo parte del pluteo che adornava la Cattedrale normanno-sveva, anch’essa custodita nel Museo Diocesano.
Il 20 marzo 1159, durante il Regno di Guglielmo I, il vescovo Gentile fece traslare, con solenne processione, il corpo di Gerlando, morto in odore di santità, dalla cripta alla parte alta della Cattedrale, tra due altari, quello del Santissimo e della Madonna. In questi anni la devozione nei confronti del proto-vescovo viene legittimata e salda inscindibilmente il legame con la chiesa, trasformata così la chiesa Cattedrale in un santuario, custode delle reliquie del santo.
Le incursioni nemiche continuano ininterrottamente, anche sotto l’impero di Ruggero II. Il vescovo Gualtiero promosse la costruzione di una nuova torre di difesa che doveva non solo salvaguardare la Cattedrale ma anche l’intera città, costruita in tre anni, con grandi blocchi di pietre squadrate, trasportate dall’antica città greca posta a valle, con l’ausilio di molti bufali.
Dopo il passaggio nel Regno di Sicilia dai Normanni agli Svevi (avvenuto con il matrimonio tra Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II, ed Enrico di Svevia, figlio di Federico I Barbarossa) continuano gli attacchi saraceni. Nel 1220 i musulmani occupano la Cattedrale, il campanile, il Palazzo vescovile.
Anche il vescovo Rainaldo D’Acquaviva (1240-1264), scelto da Federico II, ha visto come prima preoccupazione la Cattedrale e il Palazzo Vescovile e si impegna a farla riedificare in forma più bella. Si deve al vescovo Rinaldo la prima ricognizione del corpo di San Gerlando, in occasione della quale, sono stati rinvenuti tutti i resti fisici, brandelli dell’abito e un bastone, e posti in arca di legno dipinta dal Magister Vincenzo. Nel 1281, nel lato sud, la cappella fatta eseguire dal vescovo Goberto di S. Quintino in onore dei Santi Giovanni Battista, Eligio e Nicolò.